Celiachia “rosa”, 3 donne su 4 ancora senza diagnosi
La celiachia è una malattia “Rosa”. Su circa 600mila casi stimati nella popolazione italiana, 2 su 3 riguardano il sesso femminile. E il rapporto con gli uomini è di 2 a 1 (400mila celiache contro 200 mila celiaci). Secondo le stime dell’Aic, però, in Italia sono ben 300 mila le donne celiache che non sanno di esserlo.
Entrambi i sessi sono accomunati da una sottovalutazione delle diagnosi. Nonostante crescano di oltre il 10% ogni anno, sottolinea l’associazione, i casi di celiachia diagnosticati sono appena 180mila per entrambi i sessi.
La celiachia non diagnosticata è un serio fattore di rischio per la salute e il benessere riproduttivo della donna, come ricorda l’Aic: possono essere colpite più spesso da fratture e prima rispetto alle altre donne, hanno un rischio dieci volte più alto di aborto spontaneo, ritardo di crescita intrauterina, prematurità e basso peso alla nascita.
«Come in tutte le patologie autoimmuni il sesso femminile è più colpito dalla malattia celiaca rispetto al sesso maschile. La malattia celiaca si presenta nella maggior parte dei casi in maniera subdola, con una sintomatologia spesso aspecifica e questo può causare un ritardo diagnostico che può avere ripercussioni per quanto riguarda l’assorbimento di elementi fondamentali come ferro, calcio e folati», risponde la dottoressa Paoletta Preatoni, gastroenterologa ed endoscopista digestiva dell’ospedale Humanitas.
«Nella donna in età fertile bisogna sempre valutare con attenzione la presenza di alterazioni laboratoristiche come anemia e sideropenia che potrebbero essere la spia iniziale di un malassorbimento. Andrebbero sempre sottoposte a screening sierologico per celiachia le donne con storia di disordini del ciclo mestruale (amenorrea senza altre cause), di infertilità e di poliabortività», aggiunge in conclusione la specialista.
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